
Afferra le mie mani
con enfasi da telenovela
e rosso in viso,
tra i solchi di una ragnatela
scavati dal tarlo della gelosia,
mi supplica : "Aiutami"
e io gli svuoto gli occhi
divincolandomi da strette
non più subite, ormai.
E’ vecchio
questo sentimento snaturato
e si rinnova ogni volta
il senso di fastidio
per l’indifferenza martoriata
dai ricordi di percorsi consunti.
Ti vedo stretto a me,
come un’icona santa
nella penombra
di una chiesa sconsacrata,
in un punto preciso della mente
dove fluttuano pensieri inconsistenti
e la memoria dei desideri
non può più niente.
" Mi abbandoni?" è la domanda
in risposta al mio silenzio impotente.
Ed io posso solo accarezzare
le chiome rade
di un salice piangente,
rimandando ad un altro domani
la messa in scena di una viltà
che forse è solo amore.
con enfasi da telenovela
e rosso in viso,
tra i solchi di una ragnatela
scavati dal tarlo della gelosia,
mi supplica : "Aiutami"
e io gli svuoto gli occhi
divincolandomi da strette
non più subite, ormai.
E’ vecchio
questo sentimento snaturato
e si rinnova ogni volta
il senso di fastidio
per l’indifferenza martoriata
dai ricordi di percorsi consunti.
Ti vedo stretto a me,
come un’icona santa
nella penombra
di una chiesa sconsacrata,
in un punto preciso della mente
dove fluttuano pensieri inconsistenti
e la memoria dei desideri
non può più niente.
" Mi abbandoni?" è la domanda
in risposta al mio silenzio impotente.
Ed io posso solo accarezzare
le chiome rade
di un salice piangente,
rimandando ad un altro domani
la messa in scena di una viltà
che forse è solo amore.
Eccomi qua, non lasciatemi sola!
RispondiEliminaÈ semplicemente fantastica!
RispondiEliminaUna struggente fotografia della realtà...
(la mia, quantomeno!)
...rimandando ad un altro domani...
Grazie Maura.
Un abbraccio
Namastè
Grazie Rosa, felice di aver condiviso con te!
RispondiEliminaSpero di leggere presto qualcosa di tuo: scrivimi!