venerdì 28 ottobre 2011

Profezie

Sento che c’è uno scopo
in questa lunga attesa.
L’aria è compressa da troppo tempo
e non sarà lo scoppio a risvegliarci
un giorno in mezzo alle macerie,
ma la sua naturale espansione.
In piedi, lo sguardo verso il sole
resto a scrutare l’orizzonte
senza timore di abbagliarmi.
Sarà di certo un vento nuovo
a levigare il dorso del cammello
e una carezza a fondere le gobbe in una:
chè la gemella è solo la contraddizione
di un dio malevolo che più non ci asseconda.
Riaffiorerà dal mare come una grande secca
portando in superficie i pesci nella rete
e polvere di sabbia come in una tempesta
accecherà gli occhi in un solo istante.
Dopo, sarà una luce nuova tutt’intorno
e regnerà la pace sulla terra
perché ciascuno sarà se stesso e l’altro
senza nessuna distinzione di forma.
Un filo sottile passerà nella cruna
a ricucire chilometri di storia,
sarà tutto una discesa l’avvenire
ma oltre l’eternità…io più non so dire.


Sono un extra terrestre

Perchè Lesettefinestre

http://myamazighen.wordpress.com/2008/10/28/simbologia-del-numero-7/

giovedì 27 ottobre 2011

Queste sono le sue mani


Eccole le sue mani.
Sono quei raggi che scaldano
nei giorni di pioggia insistente,
quando si riempiono i fiumi
e gli argini non possono più niente.
Quando le lacrime seccano in gola
e manca l’aria all’ugola
per un sospiro o un flebile lamento.
*
Dei suoi piedi invece
restano fogli di carta pergamena
e le impronte confuse in fiumi di parole
del troppo presagire e predicare.
Troppa la furia
di testimoni poco accorti,
di interpreti saccenti,
falsi profeti e ipocriti bugiardi!
*
Eccolo il suo ombelico.
Lo sento risuonare come un’eco
nell’universo vuoto che non vedo.
E’ una voragine magnetica
aperta tra le pieghe dell’assenza
che attira a sé con forza primordiale
i feti snaturati del suo parto sterile.
*
Sono i fratelli rimasti orfani
prima ancora di conoscere i padri,
nati nel pianto di una sirena
o nel sibilo di una molotov.
Sono anche quelli che uccidono le madri,
sorelle, figlie, moglie e amanti
e battono il petto con veemenza
per una colpa senza pentimento.
*
Tra il bene e il male
non si distingue differenza:
son tutti figli suoi, demoni e santi,
davanti a lui son tutti uguali,
li ha abbandonati in una culla,
- vuota e senza luce -
incubatrice senza ossigeno
che non dà più il suo nutrimento.





Le oscillazioni di un pendolo


Avvolta nelle lenzuola
tra sogno e preghiera
resto immobile nella penombra
seguendo frecce di pensieri
come lampi di un temporale
tra le nuvole del dormiveglia.
*
Tacciono le parole
davanti alla chiara visione
di una mezza luna al contrario
forse è solo emozione
forse è presagio che abbaglia
la noia della mia esistenza.
*
Qualcosa dai cassetti piange
luride lacrime di quella miseria
che la memoria dovrebbe sciogliere
e cacciare indietro
invece di nettarle con sussiego.
*
“Deve esserci della devozione
in questo indulgere all’inerzia”
- sfugge un pensiero di compiacimento
preludio all’assoluzione -
ma le mani fremono di rabbia
e i piedi ormai scalpitano.
*
Mi vedo preparare i bagagli,
senza braccia e senza fretta,
anticipando la velocità d’azione
con la lentezza della coscienza
di una decisione non presa.
*
Contro ogni debole intenzione
traguardo altri obiettivi
e immagino di muovere
un piede dietro l’altro
al ritmo cadenzato
di un pendolo di Newton.
*
Sarà questa latenza
a trasformare il ritmo lento
da adagio in moderato
e in allegretto già si sublima
accompagnando la partenza.