Scucivo e ricucivo
quella mantella rossa
e frantumavo gli attimi
- come uno schiacciasassi
che affonda nella torba -
per poi schiantarli
come moschini sul parabrezza.
La nebbia nascondeva gli Appennini
agli occhi avvinti dal terrore
e snocciolavano i rosari
i salici piangenti sul crinale
mentre qualcosa di irreale
saliva fino ai fianchi
divorando l’altopiano.
Restavo muta a misurare
il peso di un presagio
- solo un gelido fiato -
e poi il mio cuore battere
sulle lancette ferme
di quel solo istante
nell’eternità di un mentre
che tutto ha preso in pegno
senza nulla rendere.
chiedo cortesemente che venga menzionata l'autrice del dipinto e che lo stesso venga mostrato interamente (senza tagli).
RispondiEliminaJuliette Cacciatori